Il progetto La cura racconta di un percorso di cui non riesco ancora a vedere la fine, anzi l'atto di percorrerlo è divenuto un'azione quotidiana: è qualcosa che ha fatalmente modificato il mio modo di essere e di vedere il mondo. Quindi vedo il raccontarne come un dovere verso me stessa, per comprendere e forse alleggerire il dolore, sia fisico che psicologico, che mi porto dentro. Ma non è solo questo. Quella verso la cura è una strada impietosa e sempre pronta a interrompersi. Raccontare del mio percorso è soprattutto un modo per parlare di tutti coloro la cui strada è stata tagliata di netto. Sono persone che mi sono state vicino, che conoscevo intimamente e che ho visto spegnersi, sempre più deboli dopo aver superato l'ennesimo ostacolo che questa via mette dinanzi. Voglio con queste mie opere parlare di loro e, soprattutto di lei, di mia madre. Queste opere sono il mio modo per raccontare, celebrare e così ricordare la vita di mia madre. Lei ha percorso per forse troppi anni la strada su cui molti di noi camminano ancora e all'improvviso non è più riuscita a compiere un nuovo passo. So che il dolore generatosi in quel momento mi accompagnerà per tutta la vita, ma dimenticare non è un'opzione praticabile: questo è il modo per continuare a parlare come eravamo abituate ed è anche il dono che avrei voluto farle ricevere.