«Cosa dovrei fare? Ci sono delle volte che mi manda davvero il sangue al cervello. La situazione che si viene a creare è sempre la stessa e non vuole cambiare in nessun modo. Io gli dico una cosa e subito si crea il finimondo, come un sassolino che fa crollare le mensole di una cristalliera. Sempre la stessa reazione esagerata. Mi viene fatto del male senza alcun motivo. Io di certo non mi merito un simile trattamento! Tutto ciò che desidero è che non si faccia del male con le sue stesse mani. È ovvio che da come mi sputa in faccia quelle parole velenose, non è assolutamente in grado di prendere alcuna scelta e, quelle rare volte che ci riesce, sono sempre delle stupidaggini. Non è capace di gestirsi né tantomeno di controllarsi, per questo ci sono io.
Solo io so cosa è giusto e cosa va fatto, ma non vuole capirlo. Non fa altro che parlarmi degli altri, quelli di fuori, gli estranei come se fossero le persone più fantastiche di questo mondo, come se qualcun altro fosse capace di amare come faccio io. Nessuno... Nessuno può capire la battaglia che ogni giorno combatto per fare in modo che non prenda altra strada se non quella che ho scelto io, che è l'unica giusta. Eppure mi si oppone, continua a farneticare di volersi allontanare da me – l'unico essere umano che sarà mai capace di donarglisi completamente – di voler vivere realmente, senza la mia presenza nelle sue giornate, senza le mie telefonate accalorate, senza il mio sguardo sempre addosso, senza la mia direzione costante.
Ma non capisce che questo è il vero amore? Non capisce che il nostro legame non potrà mai essere spezzato, neppure se lo volesse? D'altronde mai permetterò che si rompa. Saremo sempre legati. In eterno. Sotto il cielo luminoso o sotto la buia terra»